Il gioco, nei primi tempi di vita del neonato, è inteso come movimento e scoperta del proprio corpo ed è importante lasciargli modo di sperimentare rispettando le sue naturali tappe motorie senza anticiparle poiché si esprime proprio tramite esso.
La sfida principale nel suo primo anno di vita sta proprio nello scoprire cosa può fare con il suo corpo: capirà che il movimento che fa nell’allungare le mani verso un oggetto servirà, poi, per afferrarlo.
Con pochissimo a sua disposizione, qualsiasi bimbo è in grado di arrangiarsi da sé a tutto vantaggio dello sviluppo psicoemotivo.

Il gioco nei primi mesi
Appena nati, nei primi giorni di vita, i neonati possono essere equiparati a delle persone miopi: non riescono a focalizzare bene con la vista le immagini che gli si presentano davanti; i loro occhi non riescono a vedere i colori di un oggetto, a percepirne la profondità e tanto meno un suo movimento nello spazio.
Col passare del tempo, già a due settimane sono in grado di riconoscere la voce materna e riescono a focalizzare oggetti dalle dimensioni abbastanza grandi ma senza percepirne colori e profondità.
A 3 mesi il bambino comincia a mostrare interesse per il suo corpo, inizia a distinguere bene oggetti, immagini ed espressioni facciali ad una distanza abbastanza ravvicinata e riesce a comunicare con la mamma agitando le braccia e rispondendo con suoni gutturali.
A 6 mesi vede come una persona adulta.
I giocattoli sopra il tappettone
Si può aiutare il neonato a sviluppare il senso della vista con giostrine molto particolari da posizionare, però, non sulla culla o sul lettino (luoghi che il neonato dovrebbe sempre associare alla nanna), ma in posti dove è solitamente sveglio e può concentrarsi sulla sua attività sensoriale.
In base all’età, ci sono diverse tipologie di giostre che hanno finalità di sviluppo diverse e progressive.

La giostra di Munari
Essa permette al neonato di concentrarsi ed esercitare la messa a fuoco degli oggetti presenti sulla giostra, iniziando a percepirne la profondità.
La caratteristica principale di questo tipo di giocattolo è l’assenza di suoni che è fondamentale per la concentrazione del neonato.
È la prima giostra che viene proposta al neonato dalla nascita fino a 6 settimane e deve essere appesa ad una distanza massima di 25-30cm dal bimbo cosicché riesca a mettere bene a fuoco gli oggetti senza rischiare di toccarli inavvertitamente. Ha forme geometriche bianche e nere ed una sfera trasparente che riflette la luce. Costruirla in casa è molto semplice, ne esistono diversi kit in commercio, ma se non hai tempo da dedicare alla sua realizzazione ti posso venire in aiuto io. Contattami.
La giostra con l’ottaedro
Questa figura geometrica composta da 8 facce viene proposta in tre diversi colori (giallo, rosso, blu) su una giostrina come progressione alla giostra di Munari e, come quest’ultima, è utile allo sviluppo sensoriale del neonato che, attraverso questa tipologia di giochi, può visualizzare facilmente gli oggetti ed esercitarsi con la vista dalla posizione supina.
È proprio in questo periodo che il piccolo inizia a distinguere i colori e questa tipologia di giostrina gli permetterà di esercitarsi con la vista attraverso nuove esplorazioni. Anche in questo caso va posizionata ad un’altezza sufficiente che gli permetta di vederla, ma non di toccarla.
La giostra di Gobbi
La vista è il senso meno sviluppato alla nascita e, dall’unica posizione supina che possono assumere inizialmente i neonati, è possibile creare delle condizioni ottimali per allenarla.
Dopo la giostra di Munari e la giostra degli Ottaedri, si prosegue il percorso di sviluppo visivo del neonato con la giostra di Gobbi, da Gianna Gobbi, attiva collaboratrice di Maria Montessori.
Si può introdurla a partire dai 2-3 mesi poiché è proprio in questo periodo che il neonato inizia a percepire le diverse sfumature di una stessa tonalità. Essa si propone proprio per potenziare lo sviluppo della conoscenza e visione delle sfumature di tonalità di uno stesso colore. Inoltre, diverse altezze creano profondità diverse che agli occhi del bambino sono nuove da scoprire e assimilare.

La giostra dei ballerini
La giostra dei ballerini prende questo nome dagli oggetti appesi che presenta: le forme dei ballerini sono create su carta lucida per riflettere la luce e aiuta a sviluppare, nel neonato, la messa a fuoco della vista e la sua percezione della profondità.
Adatta dai 3-4 mesi, è l’ultima tipologia di giostrina da presentare al neonato. Successivamente inizierà ad afferrare gli oggetti ed entrerà, così, in un nuovo percorso di sviluppo sensitivo: quello delle scoperte della vista, ma attraverso il tatto.
A quel punto, sarà meglio acquistare delle giostrine i cui elementi si possano afferrare e che rispondano ad elevati standard di sicurezza secondo la Normativa sulla Sicurezza dei giocattoli 2009/48/CE.
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